The Dying Earth: perché.

È il titolo di una serie di romanzi di Jack Vance, "genio" della letteratura fantascentifica degli anni eroici, pubblicati a partire dal 1950. Il ciclo del Mondo Morente, The Dying Earth. L'autore muove i personaggi, grotteschi e sublimi, sapienti, demoni, picari, stregoni e popolani, pazzi e saggi in un mondo che altri non è che la "nostra" Terra tra 9/10.000 millenni.

Sì: millenni !

Un mondo allucinato, una civiltà che ha raggiunto e superato i propri limiti più volte arrivando a diventare qualcosa di solo apparentemente "diverso".Il tutto sotto la luce rossa di una stella che si sta spegnendo avvolgendo il mondo in un crepuscolo perenne che pare estendersi anche al mondo dell'interiorità.

Ora: questo cosa c’entra? A parte il fatto che il romanzo è bellissimo e che Jack Vance è un grandissimo scrittore?

Ecco, mettiamola così: al momento non mi sembra che stiamo vivendo a Topolinia e il vecchio Jack pare abbia colto il senso del presente attuale scrivendo un libro oltre mezzo secolo fa'.

Ave et vale.

Moisin Nagant



 








Perché?
Innanzi tutto credo che la linea del Nagant non mi sia mai piaciuta.
E’ stata la mia prima ex-ordinanza.
Ricordo che la acquistai nella prima metà degli anni ‘90 in seguito alla buona recensione di una rivista, oltre al fatto che la pagai 220.000 lire.


In effetti il Nagant ungherese del “50 si è rivelato un buon “ferro” quando ha cominciato a macinare i colpi di surplus militari e le mie derelitte ricariche dopo un lungo iato, dal 1996 al 2010, in cui ho abbandonato la Smith e le sue sorelle per dedicarmi alla bicicletta.


Fatto si è che, quando ho rimesso mano all’antico hobby la prima cosa è stata l’idea di cambiare la linea del fucile.

Ora “de gustibus non est disputandum” questo è assodato, comunque io quella linea di calciatura proprio non l’ho mai digerita.
La pala del calcio mi sembra ,che ne so, un calzascarpe?  una spatola da cucina per dolci?  Mah       
E l’astina: cicciottella e tondeggiante dove metti la mano che si “striminzisce” improvvisamente…..   (>_<)

E poi, diciamola veramente, io sono sempre stato “Wermacht inside” ed il fucile dell’Armata Rossa……vabbè, ma questa è un’altra storia.



Raccogliendo i pezzi sparsi per il mondo.

Comunque da subito pensavo al N. come a un “laboratorio” su cui provare quello che leggevo su libri e riviste si potesse fare pasticciando sul tavolo da lavoro tant’è che, fra le altre cose mi procurai  l’attacco della B-Square (made in Texas, oh yehah!) con l’idea di montare un’ottica.



Una amica che andava a trovare i parenti in Pennsylvania mi portò un ottica da pistola Simmons 4 x 32 (made in Japan) e attacchi Weaver d’occasione, credo di aver pagato il controvalore in $ di circa 70.000 lire nel 1994.Era il tempo della “Pax Americana”: nessun problema in  aeroporto.




E con questo siamo a i giorni nostri.
La ATI produce una calciatura sintetica per il Nagant e la vende veramente a buon mercato: con spese di spedizione, I.V.A. in Dogana e altro l’ho portato a casa con un 90 euro

                 
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Volevo delle coperture per l’ottica più “tactical” dei bicchierini con elastico forniti, per ciò mi sono procurato le flip up della Butler Creek.
Queste per me le ho pagate un’esagerazione per essere della plastica “made in Philippines”















Il bipiede della Caldwell (made in China…..)è costato 45 euro circa: ho preso quello con l’attacco più semplice in quanto avevo l’intenzione di modificarlo comunque
.






   La roba più o meno c’era tutta: tempo di mettere mano a……




Cacciavite, lima, carta abrasiva, (cerotti) e quant’altro.

Con cacciavite, martello e cacciaspine si smonta tutto
 

  
                                                                            

Non è che ho rotto il cacciaspine, non adesso intendo.



Ne ho due uno per i lavori di fino e uno (rotto) per.... l’heavy metal   (^_^)'






Il legno l’avevo anche lavorato bene a suo tempo: olio paglierino, gommalacca…..











L’accoppiamento meccanica~calciatura comporta un grosso lavoro di asportazione di materiale lungo quasi tutto lo scasso.

Sia per rendere la canna completamente flottante sia per evitare che il calcio rimanga in qualche modo in tensione quando vengono serrate le viti.






Un utensile elettrico tipo Dremel è oltremodo utile e “time saving” qui.











 Lo so: ci voleva una banconota da 100 Rubli……











Bedding
ovvero: ‘o famo strano?

Lo so, lo so! Ci voleva la resina all’alluminio o al titanio.
Ma io non avevo tempo e voglia di cercarla e così ho usato ca. 5 grammi di cianocrialato per tutta la parte posteriore dello scasso.
Col senno di poi direi….di aver fatto bene lo stesso. 



Matching calciatura~bipiede

Ho modificato l’attacco
In pratica ho usato una lunga vite passante attraverso il foro dell’attacco della cinghia. 
Su quella vite che protrude dall’astine il bipiede  viene fissato elasticamente tra distanziali di gomma e una flangia tenuta in sito da due molle concentriche regolate da un pomello. 

Questo attacco, pur saldo, consente una ampia possibilità di aggiustamento della mira lungo i tre assi: rollio, picchiata e imbardata.
Sì, sono un aeronautico di estrazione (^_^)




Scatto

I piani di scorrimento del grilletto~scatto~otturatore sono stati trattati con carta abrasiva 320-600-800 nell’ordine ed infine lucidati a specchio con pasta abrasiva Iosso.
 Lo scatto rimane abbastanza duro, ma é un ex ordinanza e ci sta tutto.
C’è chi dice che bisognerebbe assottigliare la molla a lamina, ma io non mi fido: vedi mai che assottiglio troppo e si rompe?


L’attacco dell’ottica è stato montato con serra filetti forte e, in alcuni punti, anche con cianocrialato per rendere il tutto (sperabilmente) privo di giochi~allentamenti. 


Dopo un 200 colpi circa non si sono visti allentamenti di nessun tipo





                                                                                                                           



 Finita la meccanica iniziava per me la parte più bella…….



Veriniciatura e mimetizzazione

L’idea era quella di copiare il pattern di una calciatura camo della McMillan  utilizzando le mie competenze di modellista aeronautico.


In effetti ho usato vernici per modellismo e l’aerografo che uso normalmente per i miei Spitfire, Messerschmitt & co.

Dovendo verniciare plastica e metallo ho preferito usare come fondo uno smalto non a base di acqua, per evitare qualsiasi problema sulle parti in metallo.
Il colore di fondo è smalto per modellismo della Humbrol #23, quattro barattolini ce ne sono andati.

Naturalmente le parti in plastica, calcio e le coperture dell’ottica, sono state trattate prima della verniciatura con cleaner ed aggrappante.


Una volta completata a spruzzo la stesura della tinta base i pezzi verniciati singolarmente sono stati assemblati per ricevere la mimetizzazione vera e propria




Una parte del ...magazzino? serbatoio dei colpi?....vabbé  quella cosa lì...  è rimasta metallo brunito per dare un’immagine trompe oeil del caricatore estraibile. ………………..Sì sono proprio un “nerd” 



Per la mimetizzazione sono state usate vernici acriliche, sia per comodità, sono quelle standard che uso per i miei modelli, sia perché coi tempi di essiccamento rapidissimi consentono di lavorare speditamente. E, cosa da non trascurare, se si ha un fondo di smalto, come nel mio caso, se si fanno errori basta una passata di alcool per togliere ciò che non va bene senza rovinare il fondo.


Dunque, sulla base “Desert sand” ho fatto dapprima una spugnatura molto leggera di marrone scurissimo utilizzando una spugnetta metallica, quella che si usa un cucina per scrostare le pentole (^_^)  poi un’altra moooolto più diradata e leggera di bianco

Dopodiché ho aerografato le striscie (arbusti?) utilizzando un bruno rossiccio.

Tutto poi è stato chiuso da una mano di vernice opaca. 




 A questo punto ci mancava solo….



La prova a fuoco!



 Subito non avevo palle trafilate .311 se non le spitzer 150 gr che comunque non hanno figurato male.

Da quando ho trovato le “sue” (del calibro, intendo) 174 gr. andiamo anche meglio. 

Adesso sto lavorando per cercare la dose ottimale di Norma 202….e naturalmente ho finito la polvere 

Vabbé dai: non è male.   E cmq io sono sempre stato un gran “manico”       V(^_^)m





Ne è valsa la pena?

Bhè, viste le premesse (la linea della pala del calcio ….bla bla bla) direi sicuramente di sì.
Il piacere di fare qualcosa di “manuale” per chi come me lavora un una banca, è impagabile.

Anche se mia moglie pensa che farmi smontare e rimontare le tende sia sufficiente a risolvere il mio desiderio di manualità….


 E comunque quando al Tiro a Segno metto sul banco il mio “Kunduz Geist” è indubbio che sia quello che gli Inglesi chiamano un “eye catcher”.




3 commenti:

  1. ciao, complimenti per l'articolo ! io sto per intraprendere il tuo stesso lavoro. volevo però farti una domanda: potresti per cortesia misurarmi i ldiametro della canna al vivo di volata ?? avrei trovato un nagant niente male ed a buon prezzo con vivo da 7.65 mm ... credo sia buono, ma più riferimenti ho, meglio è !
    grazie ciao

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  2. Ciao, scusami ma anche io faccio il tuo stesso lavoro e la necessita' di manualita' mi porta a non stare mai fermo...vorrei anche io acquistare la calciatura della ATI, ma non riesco a trovare il modo di acquistarla da nessun sito, mi dicono che la spedizione è solo per gli stati uniti, mi puoi aiutare?
    Grazie grazie, ho prprio voglia di mettere mano anche io al mio mosin.

    Ciao
    Stefano

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  3. Ciao, vorrei avere un contatto anche io per prendere questa calciatura.
    Saluti Giorgio

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